Maigret a New York by Georges Simenon

Maigret a New York by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: poliziesco
editore: Adelphi - gli Adelphi (Le inchieste di Maigret) mar 2000
pubblicato: 2000-02-29T23:00:00+00:00


«Nonostante tutto mangerò un boccone.. Ma non prima di averle detto…

Un momento… Sì… Ho rivisto il mio amico, ieri sera… Germain.. Si ricorda di Germain?… Povero Germain! Immagini un uomo che ha avuto una vita attivissima, che ha seguito i circhi del mondo intero, e che adesso è inchiodato in una poltrona a rotelle. Meglio essere morto…

Cosa dico?… Non pensi che lo mi auguri la sua morte. Ma se dovesse capitare a me, preferirei essere morto piuttosto, ecco cosa voglio dire. Be’, avevo ragione di pensare che Germain avrebbe fatto tutto per un… E’ un uomo che si farebbe a pezzi per gli altri. Non gli si darebbe un soldo, a vederlo… Borbotta sempre…

E ha l’aria di un vecchio egoista. E invece è stato ore ed ore a scartabellare fra le sue carte per trovare qualche traccia di “J e J”.

Ecco, ho un altro documento.»

Impallidì, poi si fece verde; frugava angosciosamente nelle tasche e sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro in singhiozzi.

«Meriterei di essere…» Ma non meritava niente, perché ritrovò il documento sotto il fazzoletto. «Non è molto pulito, ma lei mi capirà.»

Si trattava, questa volta, del programma di un complesso artistico che aveva battuto, trent’anni prima, la provincia americana. Appariva a caratteri cubitali il nome di una cantante con la fotografia in copertina, poi altri nomi: una coppia di equilibristi, un comico, Robson, Lucile la veggente e infine, in fondo all’elenco, i fantasisti musicali “J e J”.

«Legga bene i nomi.. Robson è morto in un incidente ferroviario dieci o quindici anni fa, non so più… Me l’ha detto Germain. Si ricorda che ieri le ho parlato di quella vecchia amica di Germain che lo va a trovare tutti i mercoledì? Non lo trova commovente? E fra loro due non c’è mai stato nulla, assolutamente.»

Stava per intenerirsi ancora.

«Non l’ho mai vista. Pare che a quell’epoca fosse magra e pallidissima, tanto che la chiamavano l’Angelo. Be’, adesso è così grassa che… Andiamo a mangiare, vero?… Non so se è per il gin, ma ho certi crampi allo stomaco… E’ disgustante chiederle ancora soldi… Cosa stavo dicendo? Ah, l’Angelo, Lucile… la vecchia amica di Germain.. Oggi è mercoledì: verso le cinque andrà certamente da lui… Gli porterà il solito dolcetto… Le giuro che se ci andremo non lo mangerò… Perché quella vecchia che chiamavano l’Angelo e che tutte le settimane porta un dolce a Germain…»

«Ha avvertito il suo amico della nostra visita?»

«Non gliel’ho dato per sicuro… Potrei passare a prenderla verso le quattro e mezzo… E’ piuttosto lontano, soprattutto con la metropolitana. Non c’è linea diretta.»

«Venga!»

Maigret aveva deciso improvvisamente di non mollare il suo clown e, dopo averlo satollato, lo ricondusse all’albergo e lo fece coricare sul divano di velluto verde.

Poi, come il giorno prima, scrisse una lunga lettera alla moglie.



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